Savona ha un Ospedale, il San Paolo, lontano dalla città e con un profilo non specializzato che rischia di penalizzarlo sempre più per il futuro. Il tasso di emigrazione ospedaliera, divenuto ormai preoccupante, vede Savona in coda alla classifica dei capoluoghi di provincia italiani (80° posto) redatta dal Sole 24 Ore. La nostra Asl, nonostante registri il più alto numero di dirigenti rapportato agli abitanti, non è in grado di garantire una corretta organizzazione socio-sanitaria: le code per prenotare gli esami e le liste d’attesa sono interminabili, i cittadini rischiano di doversi curare altrove, le professionalità presenti nella struttura sono tentate a cercare altrove il loro sviluppo professionale.
La nostra risposta:
•    Valorizzazione dell’Ospedale San Paolo: il nostro ospedale deve diventare un’importante struttura a elevata specializzazione per poter costituire non solo il riferimento ospedaliero della provincia, ma anche per diventare – grazie alla splendida ubicazione e a un ricostituito rapporto con la città – centro di offerta di servizi sanitari d’eccellenza a beneficio delle altre regioni italiane e degli altri paesi UE.
•    Punto di primo soccorso in centro città: dovrà essere realizzato un presidio cittadino importante per garantire assistenza immediata a tutti i residenti, cosicché non debbano recarsi all’Ospedale anche per ogni piccola emergenza.
•    Ridefinizione dei livelli di servizio e di assistenza: l’Amministrazione comunale dovrà impegnarsi affinché l’Asl n. 2 Savonese e la Regione Liguria modifichino il loro atteggiamento in materia di programmazione dei servizi sanitari, venendo effettivamente incontro alle esigenze dei cittadini e adeguando i livelli di servizio e di assistenza alle loro necessità. Risparmiare correggendo le inefficienze, senza ridurre, anche ampliando la gamma dei servizi per il cittadino.